L’ecosostenibilità rivoluziona anche l’industria delle fibre. Nella sede di Aquafil a Cartersville, USA, il CEO Franco Rossi racconta le principali peculiarità dell’azienda italiana. Leader nel settore del filo per tappeti e dei semilavorati, Aquafil si specializza nella produzione di nylon rigenerato ECONYL e opera da anni dimostrando particolare impegno nei confronti dell’ambiente.
Sostenibilità e circolarità sono le qualità che avvalorano il suo operato accanto a una particolare dedizione per i valori sociali e di governance aziendale. Dai polimeri ai fili di nylon si intesse tutta la cura per la qualità di prodotto e l’interesse del cliente: elementi indispensabili per una filiera eccellente e realmente circolare.
Aquafil fa parte del gruppo Bonazzi, uno dei più grandi gruppi industriali italiani e rappresenta non solo l’azienda principale del tessuto industriale della cittadina, ma anche l’azienda italiana tra le più importanti in Georgia.
Franco Rossi è il CEO di Aquafil USA: l’azienda resta italiana, non è americana?
Sì, Aquafil è un’azienda italiana quotata in borsa a Milano, per cui è effettivamente un’azienda italiana. L’azionista di riferimento si chiama Giulio Bonazzi, il Cavalier Giulio Bonazzi. Facciamo parte del distretto del tappeto, Dalton, distretto industriale dove operano e hanno la loro sede le aziende più grosse del settore.
Credo sia proprio questo il motivo per cui si è scelta questa posizione geografica…
Noi siamo arrivati qua nel 1999, freschi freschi, anzi nel 1998 e fare business, almeno in questo mercato con gli Stati Uniti, spedendo materiale dall’Europa non aveva funzionato. Sono stati dei tentativi falliti.
Errore che fanno molti, tra l’altro, molte aziende fanno questo errore: pensare di lavorare con gli Stati Uniti senza avere una sede negli Stati Uniti…
Esattamente: si è deciso di costituire l’Aquafil USA.
Al buio, però: senza clienti senza contratti, senza…
Senza clienti e senza contratti.
Margini di crescita che hai avuto durante questi primi 10 anni…
Gli anni sono venti, purtroppo, ormai… Siamo partiti da zero. Non si vendeva niente. Dopo di che, la crescita è stata molto regolare: siamo cresciuti quasi sempre.
Fatturato del 2000?
Fine del 2000 niente, un paio di milioni di dollari. Quest’anno, invece, 170/180 milioni di dollari. Quello che rende Aquafil unica è che siamo fortemente differenziati dalla concorrenza, inventando il prodotto ECONYL, che è un prodotto che è fatto interamente in materiale riciclato; un prodotto di Nylon, quello che ci ha permesso di continuare a crescere, ma anche a continuare a crescere in modo molto significativo in un settore parallelo: tessile/abbigliamento. Quello che è molto particolare; il bello e brutto, io lo dico, di ECONYL è che è un prodotto che viene effetivamente fatto in modo completamente nuovo, diverso ed ecosostenibile; però è un prodotto che, una volta prodotto, non è distinguibile da un oggetto fatto con un nylon o una materia prima di origine fossile. Stiamo parlando di due prodotti che sono indistinguibili. Quello che li distingue è il modo in cui sono stati fatti. Per cui raccontiamo una storia che, nel nostro caso, è una storia assolutamente vera, che documentiamo in tutti i modi possibili, aprendo le nostre porte a clienti, alla stampa, a chiunque voglia visitare e vedere. Cerchiamo di stare più lontani possibili da quello che viene chiamato il “greenwashing”. Insomma, noi vogliamo assolutamente che la gente veda come facciamo le cose. Che è una cosa meravigliosa, ma anche un po’ difficile da far capire ai nostri clienti, perché non c’è l’immediata soddisfazione di vedere la differenza.
Lavorare con Aquafil migliora la reputazione della tua azienda?
Assolutamente.
È un asset concettuale che poi voi rivendete ai vostri clienti perché date la possibilità ai vostri clienti di comunicare la sostenibilità che voi in primis realizzate.
Assolutamente. Direi proprio che il concetto di reputazione si adatta benissimo alla nostra storia.
Cosa c’è dietro alla lavorazione dei vostri prodotti?
Tutto parte dal Nylon, che poi viene scaricato e va in un silos. Il procedimento che avviene per gravità: la materia, il granello di Nylon viene sciolto, diventa sciolto e viene raffreddato quando cade; mentre scende dal terzo piano. Poi si solidifica e viene raccolto in bobine per diventare il prodotto che vendiamo ai nostri clienti.
Il filo è composto da più singoli filamenti. La cosa interessante è che la maggior parte dei filati sono già colorati e vengono create le ricette per fare quel particolare colore. Ogni contenitore qui contiene un colore specifico, il rosso, il blu, il verde, e otteniamo i colori che hai già visto. C’è un filo già colorato per fare i tappeti mentre la tessitura è monodirezionale; ed è solo un controllo qualità: per noi è importante che il tappeto non abbia un filo, non abbia delle irregolarità, non abbia delle differenze di colore. Per noi è un controllo qualità, ma questo procedimento è quello che fanno i clienti con macchine molto più grosse, ma la tecnologia è questa quella che usano. Si chiama tufting, ben differente dalla tessitura.
Ascolta l’intera intervista per scoprire il prezioso consiglio di Franco Rossi e per non perderti altri approfondimenti utili per realizzare il tuo American Dream: iscriviti alla newsletter “Il Sogno Americano“ di Davide Ippolito per proseguire la scoperta delle opportunità oltreoceano.